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La sfida di essere genitori oggi

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Oggi si è tenuto il primo incontro con i genitori (dei quattro programmati nel ciclo Essere genitori oggiprogetto Educare alla vita), realizzato da diverse associazioni che lavorano sul territorio galatinese –tra cui anche Egerthe! Galatina e ospitato dall’Istituto Comprensivo "Polo 2" Noha-Galatina .  Un incontro e tre laboratori il cui obiettivo è quello di gettare luce e dare strumenti concreti per affrontare una sfida esistenziale e relazionale  importante e complessa per l’essere umano: quella che riguarda l’essere genitori.

Il tema dell’argomento indicato è stato a lungo trattato dal dott. Paolo Vantaggiato, medico olistico perfezionato in omeopatia, agopuntura, Kinesiologia e psicoterapeuta: il relatore si è a lungo soffermato nel tratteggiare le differenze esistenti fra genitore, adulto e bambino e sulle peculiarità e responsabilitàtipiche di ciascuna età della vita. Sono emerse molte delle fragilità che caratterizzano le strutture caratteriali delle figure genitoriali: insicurezze, ansie, debolezze, eccessi di rigore o di condiscendenza ma soprattutto mancanza di fermezza e coerenza nello stabilire delle regole e farle rispettare con saggezza e determinazione senza cedere a capricci e ricatti. Questi atteggiamenti minano la credibilità del genitore agli occhi del bambino pregiudicandone, a volte in modo devastante, uno sviluppo armonico ed equilibrato. Si è fatto riferimento alle strutture familiari del passato, di tipo patriarcale, nell’ambito delle quali le diverse figure che ruotavano intorno alla famiglia nucleare e la supportavano rappresentavano per il bambino modelli di riferimento che potevano eventualmente attenuare le conseguenze di mancanze o errori commessi dai genitori. Nonni, zii, zie, con le loro manifestazioni di affetto,di comprensione e a volte di complicità col bambino, contribuivano a consolarlo, rassicurarlo, offrendogli modelli di riferimento diversi e stabili capaci di infondergli sicurezza e fiducia. Questo oggi, non accade più. Le famiglie vivono nell’isolamento, presente spesso anche fra i suoi stessi membri e i modelli di riferimento per il bambino sono offerti dai molteplici, vuoti, fuorvianti personaggi televisivi. A conclusione di questo lungo incontro, supportato nell’esposizione verbale dalla proiezione di diapositive con immagini e scritti esemplificativi e di supporto ai contenuti espressi, sono state distribuite a ciascun partecipante delle candeline che venivano accese mentre il relatore iniziava a raccontare la fiaba africana di un colibrìche voleva accorrere sul luogo dove era divampato un incendio portando col suo becco un a goccia d’acqua:a chi gli chiedeva a cosa sarebbe servito portare una sola goccia d’acqua,l’uccello rispondeva "io faccio la mia parte". A questo punto si sono spente le luci nella sala che rimaneva illuminata soltanto dal firmamento che formavano nel buio le decine di candeline accese in mano ai presenti. Nel silenzio creatosi la voce del relatore: –Ciascuno nella vita faccia la propria parte ricordando che ha sempre la possibilità di fare una scelta reale rispetto alle esperienze da vivere come genitore o semplicemente come persona adulta integrata in una comunità. Può scegliere tra il partecipare o l’astenersi, fra la lotta o la rinuncia, fra la paura o il coraggio, la sfida o la resa, la fiducia o la speranza; tra l’essere un punto di luce che diffonde luce intorno come chi ha in mano una candelina accesa o un frammento di buio, che come una scheggia di fuliggine, lascia un alone scuro su chiunque gli passa accanto". 

 

Giuliana Pellegrino –EGERTHE! Galatina

 

 

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