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Idealità e Prassi politiche. Incontro con Frei Betto

frei betto a brindisi

Egerthe! Insieme all’associazione Frontiere,  alla Rete Radiè  Resch ed ad altri enti del territorio di Brisndisi,  ha contribuito all’organizzazione dell’incontro con Frei Betto sul tema “ Idealità  e prassi politiche”  tenutosi l’11 aprile nel teatro della parrocchia di San Vito (Brindisi).

 

Un incontro significativo che ha scosso le coscienze dei partecipanti che si sono trovati di fronte un uomo smilzo,  modestamente vestito,  dimesso ma che quando ha preso la parola,  capace di trasformarsi in un crescendo inarrestabile,  in un gigante.

 

Con la sua parola forte e chiara ha mostrato la sua tempra,  la sua potenza,  il suo coraggio e le sue abilità  di narratore con le sue logiche e inappuntabili argomentazioni,  con le sue parabole:  ma il suo non è  stato un racconto,  sia pur avvincente e coinvolgente.  La sua è  la storia vera di un testimone di Cristo,  che ha sofferto con la carne e continua a testimoniare con la fede e il suo vibrante amore il suo impegno per la costruzione del Regno. Il tour italiano,  denso di incontri in tutta la penisola e isole,  è  stato finalizzato a raccogliere fondi per realizzare un Incontro del Movimento Giovanile a Fortaleza,  in Brasile,  attualmente in corso.

 

Di seguito alcuni spunti di riflessione sui temi trattati.

 

Frei Betto sostiene che il cristiano deve essere uomo di parte,  che si impegna nella lotta contro la miseria e la povertà.  È  molto critico nei confronti del capitalismo e del neoliberismo,sua ultima degenerazione,  poiché  si tratta di un sistema economico che non ha interesse allo sviluppo sociale e al benessere collettivo,  in quanto mette al centro i privilegi individuali di pochi a scapito dei diritti della persona.

 

La Chiesa,  ha sostenuto,  non può  essere neutrale perchè  Gesù  non era politicamente neutrale:  assunse la vita dei poveri e questo gli costò  la vita.  Egli non è  morto per un incidente di cammelli in un incrocio a Gerusalemme,  ma è  stato incarcerato,  torturato e condannato dai poteri politici e religiosi perchè  predicava che un altro mondo è  possibile.

 

Frei Betto ha poi citato l’arcivescovo Hélder Camara il quale sosteneva:  “Se do un pane ad una persona affamata,  la gente dice che sono un santo,  se chiedo perchè  questa persona ha fame,  mi dicono che sono un comunista”.  Quale uomo di parte  Frei Betto pertanto si schiera con il socialismo,  affinchè  l’umanità esca fuori dalla barbarie.  Invero è  la lotteria biologica a segnare il nostro destino,  se far parte della minoranza dell’umanità  privilegiata o della stragrande maggioranza della popolazione mondiale che quotidianamente lotta per la sopravvivenza contro la fame:  se non possiamo fare nulla per decidere in quale posto nasciamo,  tuttavia possiamo sempre decidere di impegnarci a favore degli impoveriti.

 

Se il paradigma fondamentale dell’età  moderna è  costituito dalla ragione che ha il suo culmine nella scienza e nella tecnologia,  che non sono state capaci di risolvere lo scandalo di centinaia di migliaia di bambini che ogni giorno nel mondo muoiono per la fame,  Frei Betto ritiene che il paradigma di oggi,  epoca di passaggio,  si può  ritenere il mercato e la svalutazione dell’essere umano operata dal consumismo:“Consumo,  dunque esisto”  può  essere il motto della nostra epoca,  in cui il valore della persona è  legato al marchio delle cose che usa o possiede.

 

In tutta questa situazione,  dice Frei Betto,  dobbiamo ricordarci che Cristo non è  venuto per fondare una religione,  né  una Chiesa ma per realizzare il Regno di Dio,  citato ben 100 volte nel Vangelo (a fronte delle due volte in cui compare la parola Ecclesia).  Gesù  propone un nuovo modello di società,  basato su nuove relazioni:  con se stessi,  con gli altri,con la natura,  con il Trascendente;  egli afferma polemicamente  “dobbiamo vivere secondo valori cristiani? No,  perchè  non esistono valori cristiani,  esistono valori umani”.  L’amore è  proprio della natura umana,  perdonare è  umano,  servire chi è  nel bisogno è  umano,  Gesù  infatti è  venuto per mostrare il valore umano che racchiude in sé  il valore divino:  chi ama fa esperienza di Dio,  come quella di due quindicenni che vivono la loro prima esperienza di amore.

 

Cristo è  venuto per i poveri,  non perchè  i poveri sono migliori di altri,  ma perchè  essi sono il segno che il progetto di Dio è  stato alterato,  essi infatti sono stati im-poveriti cioè  privati dell’accesso ai beni della vita e devono essere partecipi della loro liberazione.

 

Qual’è  il cammino da seguire?  Esso è  espresso dal capitolo 25 di Matteo:”avevo fame e mi avete dato da mangiare,  avevo sete e mi avete dissetato,  ero ammalato e mi avete curato..” perchè  Gesù dice  “sono venuto per dare vita e vita in pienezza”.

 

In sintesi,  il paradigma della post-modernità  deve diventare non tanto la globalizzazione della solidarietà  di cui parlava Giovanni Paolo II,  perchè  oggi non c’è  globalizzazione ma globo-colonizzazione da parte degli Stati Uniti,  ma la condivisione,  come la condivisione nella messa e sulla mensa,  dei beni della terra,  del frutto del lavoro.

 

Sappiamo che oggi manca la speranza nei giovani,  preda della pubblicità  che diffonde un modello di felicità  legata al possesso di cose materiali:  i giovani possono scegliere tra diverse marche di birra o di abiti o diverse mete per le vacanze,  la pubblicità  li convince che se non acquistano quel dato prodotto non saranno mai felici,  ma non possono scegliere un modello alternativo di società,  così,  privati dei sogni e degli ideali,  l’unico rifugio rimane la droga,  sogno chimico invece   bisogna aprirsi alla speranza e coltivare i sogni,dice Frei Betto. 

 

Delicata e illuminante la “parabola”  della vecchia donna che in un grande mercato cerca per terra qualcosa e spinge tutti quelli che passano a fermarsi incuriositi,  finchè  un ragazzo non chiede:”Cosa cerchi?”  e lei:” Ho perso un ago”,  al che il giovane “Ma qui ci sono tani venditori di aghi”  e la donna  “ma il mio è  un grande ago d’oro”.  Tutti presi dalla curiosità  continuano a cercare e quando ancora il ragazzo le chiede dove esattamente lo ha perso,  la donna gli risponde “a casa mia a due isolati da qui”.  Così  è  per la felicità,  conclude Frei Betto,  tutti la cercano altrove ma essa è  dentro di noi.

 

 

Riguardo alla Chiesa e alla sua gerarchia,  il relatore ritiene che dopo un  “governo”  conservatore durato 34 anni,  oggi si sta recuperando la fiducia nel rinnovamento con papa Francesco,  il quale in Brasile ha mostrato apertura verso la teologia della liberazione,  anche se occorrerà  molto tempo perchè  tale rinnovamento arrivi alla base:  egli ironicamente riporta quanto circola negli ambienti conservatori spagnoli circa il Papa innovatore,  per il quale si prega ”Illuminalo o eliminalo”.

 

Il 9 aprile Frei Betto ha incontrato il Papa,  prima in Piazza San Pietro e poi in un incontro privato per ospiti illustri.  Nella circostanza gli ha chiesto di riabilitare due domenicani perseguitati dalla Chiesa del Medioevo,  Meister Eckart e Giordano Bruno. II Papa gli ha risposto di pregare per questo.

 

Per toccare con mano come si manifesta l’amore di Dio,  egli ha poi raccontato di una sua esperienza in carcere.  Nel corso di una visita di tre ore di una mamma al figlio pluriomicida,  suo compagno di carcere,  egli notò  che dopo circa mezz’ora di colloquio tra i due era calato il silenzio:  non avevano più nulla da dirsi.  Allora,  Frei Betto vide che la madre prese in grembo la testa del figlio e si mise ad accarezzargliela per le restanti due ore e mezzo:  “può  l’amore di Dio essere inferiore all’amore di questa mamma per quel mostro di figlio?”  si chiede il teologo brasiliano.

 

Non meno potente e agli occhi umani impossibile appare l’amore infinito di Osea nei confronti della moglie,  una donna che lo aveva lasciato per sposare un altro uomo e poi ancora un altro:  ogni volta Osea si innamora sempre di più  di lei e anche quando la donna arriva a prostituirsi Osea sente di amarla ancora più  profondamente,  finchè  quando ella viene venduta al mercato come schiava,egli la compra per tenerla con sé,  dichiarandole il suo amore con le parole più  belle della bibbia:  “ ti ho portato nel deserto e ho parlato al tuo cuore”.

 

Con abilità  narrativa mista a poesia,  Frei Betto ha concluso l’incontro,  facendoci sognare di fronte alla grandezza,  alla purezza di un amore che diventa tanto più  grande quanto più  si è  fragili,  egoisti,  un Amore libero,  che vince su tutto ma richiede anche la reciprocità.

Ninì  Buongiorno –Egerthe! Ostuni

 

 

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